Si ritiene che la nostra Terra sia stata esplorata e studiata, che non nasconda più misteri perchè tutto è stato spiegato scientificamente; allora andiamo ad esplorare gli Spazi per trovare delle risposte ai misteri di altri Pianeti. La terra presenta dei lati oscuri che sono ancora in attesa di essere svelati; allo stesso modo la nostra storia, quella che troviamo nei testi scolastici, presenta delle incongruenze alla luce di scoperte archeologiche che dimostrano l'infondatezza di certe nozioni accettate per "fede" solo perchè provenienti dalle affermazioni di autorevoli storiografi i quali storiografi non si prendono la briga di correggere le loro asserzioni perchè la loro cultura si è formata su fonti anch'esse inesatte e imprecise, quindi, nonostante le evidenze, preferiscono ignorare, piuttosto che studiare e correggere. Misteri sulla Terra, ne troviamo ad ogni piè sospinto. Esiste il mistero del Triangolo delle Bermuda, ancora irrisolto, quello dei vari mostri, quello delle piogge insolite (di animali, lastre di ghiaccio, sassi, ecc.), o fenomeni misteriosi come quello dei fantasmi. Come si può vedere la gamma è davvero vasta.

giovedì 30 maggio 2013

Il mistero del Triangolo delle Bermuda

Il triangolo delle Bermude conosciuto anche come Triangolo del Diavolo è una zona delimitata all' interno di una linea immaginaria tra le Isole Bermuda, tra Florida e Puerto Rico. I fatti avvenuti in questo tratto di mare iniziano da molto lontano, addirittura ne scrive Cristoforo Colombo nel suo diario di bordo, narra di strani fenomeni che spaventarono il suo equipaggio, come palle infuocate che cadevano in mare, anomali comportamenti delle bussole e luci in lontananza nel mare della notte. Un numero considerevole di tragedie si sono consumate in quest' infelice zona e il suo mistero resiste tutt' oggi.
Il 5 Dicembre 1945 alle 13:55, a Fort Lauderdale, in Florida in una limpidissima giornata 5 cacciaborbandieri Avenger partirono per un' esercitazione. Tutti gli apparecchi vennero accuratamente controllati, ma alle 14:15 gli aerei scomparirono dai radar a est della Florida. Dopo mezz' ora la torre di controllo udì una chiamata di un pilota che diceva: "Emergenza! Sono fuori rotta, ci siamo persi!" "Dirigetevi verso ovest!" disse la torre di controllo, "Non sappiamo dov'è l' ovest, il cielo e il mare sono strani!". A quel punto la torre di controllo invia un idrovolante il Martin Mariner con 13 uomini a bordo in soccorso degli Avenger.

giovedì 23 maggio 2013

Le calcolatrici dell'antichità

Le calcolatrici dell'antichità
Alcuni ricercatori sono convinti che certe civiltà del passato abbiano raggiunto un livello tecnico estremamente elevato, cosa, questa, di cui si è sempre taciuto nei testi di storia e di archeologia 'ufficiali'. Tale convinzione è alimentata dalle 'curiosità' in cui ci si imbatte nei luoghi di ricerca, nelle raccolte d'arte antica e nei musei.
Effettivamente esiste un numero di 'anomalie' innegabili, oggetto di seri studi, che suggeriscono l'idea di una tecnologia remota, inimmaginabile.
Nel 1900 alcuni pescatori di spugne scoprirono i resti di una nave carica di tesori, vecchia di oltre duemila anni, al largo dell'isola greca di Anticitera. La nave trasportava statue di bronzo e di marmo e la sua destinazione, quando affondò, nel 65 a. C., era senz'altro Roma. Nella stiva dell'imbarcazione venne scoperta una quantità di legno e bronzo: il metallo era talmente corroso che il tutto poteva essere considerato solo come un ammasso di ruote dentate e di piatti di bilancia incisi.
Solo nel 1954 Derek de Solla Price, dell'Università di Cambridge, fu finalmente in grado di dedurre che ci si trovava di fronte all'equivalente antico di una moderna 'calcolatrice', molto avanzata, quindi, rispetto a tutto ciò che sarebbe stato inventato in Europa nel corso di centinaia di anni. La macchina era composta da almeno venti ruote dentate collegate ad aghi, con il supporto di un certo numero di lamine di bronzo. Il tutto era montato su una scatola di legno. Quando si faceva girare un filamento passato attraverso la scatola stessa, gli aghi si spostavano su quadranti protetti da sportelli. Iscrizioni spiegavano come servirsi della macchina e come leggere i quadranti.


Insomma, si trattava di una specie di libretto di istruzioni! Il dispositivo era una rappresentazione mobile dei corpi celesti, il Sole, la Luna, con i pianeti visibili a occhio nudo, Venere, Marte, Giove Saturno. Le loro rispettive posizioni nel cielo erano indicate con grande esattezza. Stando alle parole di Price, «nessun oggetto vagamente somigliante a questo strumento è mai stato rinvenuto altrove. Niente di simile ci viene descritto da testi scientifici. Ci sembra verosimile che la 'scoperta di Anticitera' faccia parte di un vasto campo di conoscenze per noi perdute, ma che gli Arabi conoscevano bene».
In effetti essi costruirono, secoli dopo, sistemi di calendari meccanici, dai quali avrebbero tratto ispirazione gli orologiai dell'Europa medievale. Ma esistono molti esempi ancora di oggetti antichi esaminati alla luce della scienza moderna. Una statuetta, catalogata come rappresentazione di un giaguaro quando venne scoperta a Panama negli Anni Venti, fu considerata sotto un punto di vista molto diverso da studiosi non tradizionalisti: venne addirittura interpretata come la raffigurazione di una specie di bulldozer. Le sue curiose appendici triangolari assomigliano effettivamente a pale poste all'estremità di bracci meccanici. Le ruote dentate fissate sulla coda del modello danno l'impressione che servissero come trasmissione a catena o a corregge. Gli oppositori, però, fanno notare che la costruzione di macchine simili avrebbe richiesto risorse tecnologiche notevoli in un paese in cui non è mai stata trovata alcuna prova dell'esistenza di mezzi adeguati. Gli autori convinti del contrario fanno ricorso a quelli che, secondo loro, dovrebbero essere esempi probanti, come l'edificazione di centri misteriosi, da tempo disabitati, costruiti in modo impensabile: è il caso della città del Machu Picchu, edificata nelle Ande peruviane, a 2100 metri sul livello del mare. Essi affermano che sono state necessarie macchine per rimuovere e spostare le enormi quantità di terra e di pietre necessarie.

I Bigfoot

I Bigfoot
In tutti i continenti esistono ancora oggi regioni selvagge e impenetrabili. L'estrema limitatezza di queste zone giustificherebbe l'assenza quasi totale di umanoidi sconosciuti in Europa: ma altrove, l'inaccessibilità di certi territori fa aumentare le possibilità teoriche di avvistare o addirittura catturare tali esseri misteriosi. Nel 1978, Jacqueline Roumeguère-Eberhardt, una studiosa del Centro francese di ricerche scientifiche, ha pubblicato i risultati delle sue ricerche condotte in Africa su questi curiosi ibridi che la studiosa ha battezzato `X' e suddiviso in quattro grandi gruppi.
Cita anche il caso di un indigeno che afferma di essere stato catturato da uno di questi 'X' e di essere stato esaminato con cura, senza trascurare nemmeno un particolare, prima di essere rispedito nella sua zona di provenienza. Ma anche in regioni ad alta densità demografica, come in Giappone, sembra siano stati visti esseri strani: nel 1970, lungo le pendici del monte Hiba, vicino a Hiroshima, sono stati visti parecchi hibagon.


Renè Dahinden, cacciatore di bigfoot
Nel 1974 un contadino afferma di essersene trovato proprio di fronte uno, un essere maleodorante alto circa un metro e mezzo: «Sono rimasto di sasso. Ma la cosa peggiore era la puzza che emanava. Sembrava che avesse fatto il bagno in una pozza di concime o in una fossa settica, per poi asciugarsi nello sterco di vacca. Sinceramente pensavo che sarei svenuto. Per fortuna, invece, sono riuscito a darmela a gambe, senza rendermi del tutto conto di quanto stessi facendo. Ero a otto chilometri da casa, e ho fatto tutto il tragitto senza voltarmi indietro». L'odore nauseabondo è una caratteristica frequente nelle testimonianze sulle apparizioni degli uomini-animale.

mercoledì 22 maggio 2013

Piogge incredibili

Piogge incredibili
Da secoli si sente parlare di storie di pesci e di altri animali acquatici precipitati 'miracolosamente' dal cielo, senza poter attribuire a questo fenomeno una causa precisa.

Il 16 febbraio 1861 un violento terremoto sconvolge la penisola di Singapore. Per tre giorni la pioggia cade senza interruzione. Quando torna il sereno uno strano fenomeno attira l'attenzione del naturalista franceseFrangois de Castelnau, che in seguito, in un rapporto all'Accademia delle scienze, scrive: «Alle dieci del mattino si alzò il sole e dalla mia finestra vidi moltissimi malesi e cinesi riempire i loro panieri di pesci, raccolti nelle pozzanghere che ricoprivano il suolo. Quando venne loro chiesto da dove venivano quei pesci, risposero che erano caduti dal cielo. Tre giorni dopo, seccatesi le pozzanghere, vi si scoprirono diversi pesci morti».

Il 9 febbraio 1859, a Mountain Ash, nel Galles, John Lewis lavora a un'armatura in legno, presso un cantiere edile. Improvvisamente, alle 11 del mattino, si sente cadere in testa una pioggia di piccoli oggetti. Racconta: «Passandomi la mano sul collo, immaginatevi che sorpresa quando scoprii che si trattava di pesciolini! In quel momento mi resi conto che a terra ne giacevano moltissimi».

Il 4 aprile 1975, alla frontiera indobirmana, Ron Spencer è colto da una forte pioggia dovuta ai monsoni. Spiegherà in seguito: «Cominciarono a cadermi in testa delle cose e, guardandomi in giro, vidi una miriade di piccole forme guizzanti al suolo e migliaia d'altre che venivano spazzate via dai tetti a causa della forza dell'acqua e riversate nei canali. Erano pesci piccoli come sardine. È inutile che dica che sono scomparsi tutti dopo la tempesta: gli insetti necrofagi avevano adempiuto al loro compito nel giro di pochi secondi».