Alcuni ricercatori sono convinti che certe civiltà del passato abbiano raggiunto un livello tecnico estremamente elevato, cosa, questa, di cui si è sempre taciuto nei testi di storia e di archeologia 'ufficiali'. Tale convinzione è alimentata dalle 'curiosità' in cui ci si imbatte nei luoghi di ricerca, nelle raccolte d'arte antica e nei musei.
Effettivamente esiste un numero di 'anomalie' innegabili, oggetto di seri studi, che suggeriscono l'idea di una tecnologia remota, inimmaginabile.
Nel 1900 alcuni pescatori di spugne scoprirono i resti di una nave carica di tesori, vecchia di oltre duemila anni, al largo dell'isola greca di Anticitera. La nave trasportava statue di bronzo e di marmo e la sua destinazione, quando affondò, nel 65 a. C., era senz'altro Roma. Nella stiva dell'imbarcazione venne scoperta una quantità di legno e bronzo: il metallo era talmente corroso che il tutto poteva essere considerato solo come un ammasso di ruote dentate e di piatti di bilancia incisi.
Solo nel 1954 Derek de Solla Price, dell'Università di Cambridge, fu finalmente in grado di dedurre che ci si trovava di fronte all'equivalente antico di una moderna 'calcolatrice', molto avanzata, quindi, rispetto a tutto ciò che sarebbe stato inventato in Europa nel corso di centinaia di anni. La macchina era composta da almeno venti ruote dentate collegate ad aghi, con il supporto di un certo numero di lamine di bronzo. Il tutto era montato su una scatola di legno. Quando si faceva girare un filamento passato attraverso la scatola stessa, gli aghi si spostavano su quadranti protetti da sportelli. Iscrizioni spiegavano come servirsi della macchina e come leggere i quadranti.
Insomma, si trattava di una specie di libretto di istruzioni! Il dispositivo era una rappresentazione mobile dei corpi celesti, il Sole, la Luna, con i pianeti visibili a occhio nudo, Venere, Marte, Giove Saturno. Le loro rispettive posizioni nel cielo erano indicate con grande esattezza. Stando alle parole di Price, «nessun oggetto vagamente somigliante a questo strumento è mai stato rinvenuto altrove. Niente di simile ci viene descritto da testi scientifici. Ci sembra verosimile che la 'scoperta di Anticitera' faccia parte di un vasto campo di conoscenze per noi perdute, ma che gli Arabi conoscevano bene».
In effetti essi costruirono, secoli dopo, sistemi di calendari meccanici, dai quali avrebbero tratto ispirazione gli orologiai dell'Europa medievale. Ma esistono molti esempi ancora di oggetti antichi esaminati alla luce della scienza moderna. Una statuetta, catalogata come rappresentazione di un giaguaro quando venne scoperta a Panama negli Anni Venti, fu considerata sotto un punto di vista molto diverso da studiosi non tradizionalisti: venne addirittura interpretata come la raffigurazione di una specie di bulldozer. Le sue curiose appendici triangolari assomigliano effettivamente a pale poste all'estremità di bracci meccanici. Le ruote dentate fissate sulla coda del modello danno l'impressione che servissero come trasmissione a catena o a corregge. Gli oppositori, però, fanno notare che la costruzione di macchine simili avrebbe richiesto risorse tecnologiche notevoli in un paese in cui non è mai stata trovata alcuna prova dell'esistenza di mezzi adeguati. Gli autori convinti del contrario fanno ricorso a quelli che, secondo loro, dovrebbero essere esempi probanti, come l'edificazione di centri misteriosi, da tempo disabitati, costruiti in modo impensabile: è il caso della città del Machu Picchu, edificata nelle Ande peruviane, a 2100 metri sul livello del mare. Essi affermano che sono state necessarie macchine per rimuovere e spostare le enormi quantità di terra e di pietre necessarie.